CAMBIAMENTO - 2a parte

Hari Om.

 

Per rendersi conto del velo davanti ai nostri occhi, bisogna rendersi conto degli ostacoli che ci impediscono di vederlo. Questi ostacoli sono fondamentalmente tre:

. PAURA

 di una perdita, di essere vulnerabili. Quindi una paura che va ben oltre l'istinto di sopravvivenza

. ATTACCAMENTO

 non solo fisico ma anche emotivo e mentale

. AVVERSIONE

 verso le novità, verso l’altro, verso il cambiamento.

. EGO

 inteso come senso di identità, ma anche senso di separazione. Siamo soliti a definirci con la realtà materiale che creiamo.

 

Questi ostacoli bloccano la nostra energia. Cosa fare allora?

Bisogna attuare quello che nello yoga viene definito come Tapah & Shaucha  = disciplina e pulizia  prendendoci cura del nostro corpo e rimuovendo i blocchi che abbiamo creato. Il modo migliore per eliminare questi blocchi è praticando asana. Asana sono accessibili a tutti. Se puoi respirare, allora puoi praticare yoga. Bisogna adottare anche una dieta equilibrata, oltre a dedicarsi alla pulizia del nostro corpo.

Un'altro metodo per eliminare gli ostacoli é praticare Swadhyaya = instrospezione, ovvero lo studio di sé ritornando in contatto con il nostro sé più intimo. Anche in questo caso la ricerca della stabilità avviene attraverso la pratica di asana, pranayama.

Queste pratiche portano calma, tanto da trasformare la mente in un oggetto.

                             Sthira (stabilità) e sukham (confortevole) = stabili e a nostro agio

Siamo radicati ed usiamo tutte le nostre energie per agire in modo coerente.

Il cambiamento quindi andrebbe vissuto come quell'energia, quella scintilla utile per cambiare, per bruciare gli ostacoli e gli schemi, per avere una vita consapevole.

Il cambiamento è un lavoro costante, quotidiano su noi stessi a piccoli passi.

                                                  Il cammino è già la meta.

Om Tat Sat

Cinzia.

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