Siamo sempre alla ricerca delle risposte: Le cerchiamo però all’esterno, ma in realtà tutto quello che cerchiamo è già in noi.
Siamo tutti uguali, indipendentemente da ciò che siamo e ciò che facciamo. Quindi tutti noi abbiamo abbiamo la possibilità di far emergere le nostre qualità per essere noi stessi, centrati. Incontriamo tantissime difficoltà perché non sappiamo cosa e chi siamo. Cerchiamo noi stessi che è la base di tutto. Ci cerchiamo nelle nostre idee, nella nostra mente, nella nostra logica, nella nostra cultura. Lo facciamo quindi ma in superficie, confrontandoci con l’esterno. Ma bisognerebbe cercare in profondità, dentro sé stessi. Le pratiche di yoga, partendo da asana e pranayama e anche dai principi di yama e nyama, servono come strumenti per sviluppare quello che ci serve e per togliere, eliminare tutto ciò che ci impedisce di entrare in contatto con il nostro sé. Tutte le pratiche sono metodi di purificazione non solo fisica, ma più profonda e quindi a livello mentale, psichico, psicologico mentale.
Con le pratiche si arriva ad uno stato, condizione di personalità rilassata e quindi di assenza da tensioni, condizionamenti. Uno stato in qui tutto quello che succede intorno a noi ci altera, ci impedisce di dormire la notte.
La fiamma è in noi, anche se non riusciamo a percepirla, a visualizzarla ma è in noi. Quindi il nostro compito è di impegnarsi con determinazione e costanza con sincerità. Con ciò che proviene dal nostro cuore.
Impegno e costanza dati dalla quindi nostra sincerità, non intellettuale. Infatti anche a livello intellettuale ci sono condizionamenti.
Potremmo immaginare il percorso come le rampe di scale di un edificio (che non ha ascensore) che all’ultimo piano ha una vista stupenda.
Mentre saliamo, dove guardiamo? Guardiamo dove mettiamo i piedi, per evitare di cadere. Così è il percorso della nostra vita: per arrivare all’obbiettivo finale dobbiamo lavorare su ciò che ci serve per poter realizzare, raggiungere l’obbiettivo. Per trovare le risposte che cerchiamo.
Tratto da Satsang di Swami Anandananda Saraswati - 05 ottobre 2021
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